STELLA DI DAVID.

Provo molto affetto per Pannella, ma non si può usare questo simbolo per una campagna elettorale. Capisco la necessità di voler esagerare la denuncia di sentirsi discriminati, ma non così. Non in questo modo.
I simboli hanno un preciso significato e questo rappresenta un mito, inteso come storia sacra.
Gli eroi di questo mito sono le vittime della Shoah, dalla quale sono sopravvissuti e quindi rinati.
Usare questo simbolo per piccole vanità intellettuali, per calcoli elettorali o per semplice provocazione è, non solo profondamente stupido e irrispettoso, ma anche profondamente dannoso.
Vorrei dire loro che la Stella di David scelta è quella sbagliata. Secondo la codifica di Dachau, avrebbero dovuto usare un triangolo rosso (prigioniero politico) sovrapposto e contrario ad uno giallo (ebreo). Ancora più efficace mediaticamente del generico esagramma giallo, obbligato sigillo da esporre per ogni appartenente alla razza ebraica maggiore d’anni sei, nell’Europa Nazista.
Anche questo denota superficialità e leggerezza nella scelta.
Non è necessario essere cabalisti per comprendere la potenza di un simbolo, esso è evocativo, trasmette appena percepito significati profondi, non solo concettuali ma anche emotivi. E’ una chiave della nostra cultura. Prevalica secoli e, con una semplice immagine, è in grado di metterci in comunicazione con le radici della nostra comune appartenenza.
Per questo l’uso improprio del Sigillo di Salomone è dannoso, perché annacqua, distorce, adultera, il valore di un mito. Lo confonde in parole, situazioni e contesti miseri.
Quel simbolo si può forse indossare, ma solo per testimoniare in silenzio, solo per riflettere e temere che possa succedere ancora.
Edulcorarlo in modo così superficiale indebolisce la sua potenza e crea una piccola crepa della quale il negazionismo, statene certi, ne profitterà. La banalizzazione è la sua arma migliore.

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