VITE PARALLELE

Baronessa Caroline Fleming

Mi sono già espresso ed ho discusso del Web, delle nuove forme di comunicazione, delle sue implicazioni politiche e sociali, della sua divisione in tribù. Molti altri aspetti devono però essere indagati, soprattutto quelli che investono la sfera privata. Il concetto stesso di amicizia, in senso tradizionale, muta ed assume altre valenze, si pensi a Facebook ed ai suoi modelli di relazione e alla sua trasversalità. In pochi anni la “one-way communication” è diventata bidirezionale, questo ha permesso un allargamento della pluralità delle opinioni e una maggior diffusione di idee non controllate dalle lobbies dell’informazione.

Facebook, sebbene richieda l’uso di nomi e profili autentici, in realtà non prevede alcuna forma di controllo diversa da quella basata sulla segnalazione degli utenti stessi del network. E’ quindi comune incontrare personaggi farlocchi, che si nascondono dietro nomi falsi e dalle foto più stravaganti. Nella maggior parte dei casi, quelli più evidenti, ciò infastidisce ma in modo limitato; da sempre sul Web, prima dell’avvento dei social network, sui forum si è scritto in modo protetto, coperti da nick name. L’interazione di questi utenti anonimi, non risente di particolari limitazioni con quelli che, invece, hanno deciso di metterci nome e faccia propri. Questo proprio a causa della plateale e dichiarata finta identità.

Esistono però comportamenti che, per modalità, aspetti e forme, rasentano la patologia. Ci sono persone che, forse insoddisfatte della propria vita privata, usano Internet per costruirsene una parallela, fantastica, ricca di soddisfazioni, quindi gratificante. Facebook non diviene quindi uno strumento di comunicazione ma di affermazione. Non più semplicemente usato e affiancato alle altre tecnologie, ma un’onirica, spesso ossessiva e totalizzante alternativa alla propria realtà. Queste persone non palesano in modo evidente falsi account, anzi, fanno di tutto per renderli credibili.

Nascono così profili inverosimili. Filo-israeliani musulmani schierati a destra, che condannano hamas, ma contemporaneamente difendono a spada tratta posizioni islamico-integraliste. Altri, sempre islamici doc, che si dicono leghisti convinti. Questi individui potrebbero però essere ricondotti a degli attivisti di fazioni opposte, infiltrati nelle linee nemiche. Ho usato a proposito la parola nemico e non quella di avversario, perché il tribalismo di Internet lo impone.

Altri personaggi, non persone, inventano profili studiati per essere leader di riferimento, usando foto bellissime, nomi falsi, professioni inventate e vite da jet-set per aumentare la loro popolarità e raccogliere attorno a sé il maggior numero di folle adoranti possibili. Fan di personaggi inventati che in realtà forse vivono nel grigiore e nella banalità quotidiana. Non è però solo un gioco innocente o una penosa patologia: queste persone influenzano gli altri, il loro pensiero e in alcuni casi divenendo pure dei riferimenti politici. Clamoroso è il caso di Sole Molinari, che usa foto della Baronessa Caroline Fleming, con tutto un universo di Stelle, Lune e quarti di nobiltà probabilmente tarocchi e presumibilmente da lei stessa gestiti, pronti a fare da stampella all’account centrale, quello di Sole, appunto, per aumentarne la credibilità.

I più polli, ovviamente, sono gli uomini che, appena vedono la foto di una donna affascinante ci cadono con tanto di scarpe, cappotto e cappello.
Diffidate, gente, diffidate.

Baronessa Caroline Fleming


Sole Molinari?

Pubblicato su Freedom24
10 marzo 2010

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1 Responses to VITE PARALLELE

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