DOPO IL VOTO, L’ITALIA CHE CAMBIA

Dopo una campagna elettorale pessima, segnata dallo scandalo delle presentazioni delle liste, da quello delle intercettazioni telefoniche finite sulle pagine dei giornali, da arresti eccellenti, finalmente si può fare un consuntivo. Tanti i dati che vanno considerati e che, a mente fredda, saranno motivo di analisi successive più approfondite.

Il centro-destra avanza a dispetto della tradizione che vorrebbe le forze di governo penalizzate nelle elezioni di mid-term. Nel Veneto avviene, come previsto, il sorpasso della Lega sul PDL, ma è un dato che non imbarazza e in questa regione come in Lombardia la preferenza alla coalizione di centro-destra presenta dati quasi bulgari.

Il Lazio è la vera sorpresa. La Polverini, pur senza l’appoggio della lista del PDL riesce a strappare la vittoria sulla politica in franchising del PD, sconfiggendo la Bonino. Un risultato che nemmeno molti analisti di area centro-destra credevano possibile. Merito della Polverini, certo. Ma soprattutto merito di un Premier che ha abbandonato ogni polemica interna spendendosi con convinzione per questa candidata, portando una grande manifestazione a Roma. Manifestazione contestata nei numeri, sui quali proprio i risultati elettorali mettono la parola fine.

Se agli errori del centro-destra nel Lazio si è posto miracolosamente riparo, altrettanto non è successo in Puglia, dove Vendola, grazie all’ottimo risultato dell’UDC, che ha concorso a sottrarre voti al PDL, vince con ampio margine.

Neppure scontata la vittoria del PDL in Campania, dove il candidato PD, De Luca, sembrava inizialmente una forte candidatura. Evidentemente anni di malgoverno hanno contato più di ogni altra cosa e di fatto l’era Bassolino si può definire conclusa.

Altra sorpresa: il Piemonte, dopo un avvincente testa a testa la spunta Cota, sopra una agguerrita Bresso, forte presidente uscente, non esente da pesanti errori nella campagna elettorale e di un atteggiamento di arrogante superiorità che forse le è costata la candidatura.

La Calabria svolta con decisione verso il centro-destra e Scoppellitti stravince. Umbria, Basilicata, Liguria, rimangono con il centro-sinistra, come l’Emila Romagna, dove però si registra una avanzata della Lega Nord che sfiora il 14%.

In Abruzzo non si votava per le regionali, però si sono svolte le provinciali all’Aquila, dove la Pezzopane, proprio in provincia, se ne torna a casa in carriola. Altra curiosità, la bocciatura di Di Pietro & figlio proprio nella sua Montenero di Bisaccia.

Complessivamente la politica dell’UDC è stata penalizzata dappertutto, tranne che in Puglia, come dicevo prima. Il quasi outsider monimento a 5 stelle, ottiene dei buoni risultati, sottraendo voti all’IDV, che comunque contiene le perdite. Da sottolineare le dichiarazioni di Di Pietro – a differenza di Donadi – che riconoscono la vittoria del centro-destra.

Molto importante per la maggioranza è il raggiungere la superiorità numerica, per una sola regione, proprio nella Conferenza Stato-Regioni e questo porterà vantaggi per l’armonizzazione tra le politiche del Governo con quello delle Regioni stesse, ove anche queste siano competenti. Sanità, energia, piano case, ecc. Sotto questo profilo, la situazione migliora di molto, annullando il blocco di opposizione monolitico fino ad ora presente.

Pubblicato su Freedom24
30 Marzo 2010

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