Ancora Gino Strada: è il caso d’attualità. Considero la vicenda sia nota a tutti, pertanto non mi dilungherò ad analizzare i particolari, le dichiarazioni, le smentite.
Rimane il fatto che nell’ospedale di Emergency sono state trovate delle armi. Come vi siano finite non si sa. La polizia deve indagare e qualcuno dovrà spiegare. Agli antipodi due ipotesi: la trappola, il complotto internazionale per incastrare Gino Strada e sbatterlo fuori dall’Afghanistan e l’altra: il traffico d’armi, la connivenza, la responsabilità diretta di Emergency o di qualcuno al suo interno.
Due estremi, appunto, ma in questo momento nessuna ipotesi è smentita dai fatti, pertanto non rimane che attendere.
Nel frattempo si può fare un ragionamento, scartando la connivenza e considerando soltanto l’ipotesi del complotto.
Così fosse, significherebbe che a Karzai e alle forze ISAF l’operato di Gino Strada non andrebbe troppo a genio, al punto da inventarsi un trappolone per sbatterlo fuori dal Paese.
E’ nota la sua militanza politica e l’uso strumentale del suo operato umanitario per condannare la guerra tout court, ideologicamente, senza appello e – verrebbe da pensare – senza alcun senso della realtà.
Nessuno sano di mente vuole la guerra è ovvio, però a volte ci si viene trascinati, e si risponde per difesa. Quella dell’Afghanistan lo è. Nata in risposta alla tragedia dell’undici settembre, è un conflitto nel cuore dell’Islam. A casa loro. Questo ha prodotto che Alqaeda ha dovuto occuparsi più di liberare il sacro suolo islamico dagli infedeli, piuttosto che preoccuparsi di organizzare attentati in USA o in Europa. Infatti, a parte i drammatici episodi di Madrid e Londra, siamo tornati a vivere (relativamente) tranquilli e proprio grazie alle forze militari della coalizione, anche molti pacifisti possono continuare a chiedere la fine della guerra in Afghanistan e ovunque, senza considerare ripercussione alcuna.
Gino Strada è uno di questi, il suo operato è nobile, cura tutti e non guarda in faccia a nessuno, talebani compresi. Talebani che curati da Emergency potrebbero organizzare un attentato alle nostre forze armate, tornare a combattere, uccidere i nostri connazionali.
Fosse quindi una trappola di Karzai, non mi scandalizzerei affatto e anche lo buttassero fuori dal Paese non mi strapperei i capelli per questo.
Pubblicato su Freedom24
13 aprile 2010