FINE DELLA FUSIONE FREDDA

Sembra che siamo finalmente giunti al dunque. Fini ha smesso di far parlare Filippo Rossi, e Flavia Perina ha iniziato a farlo direttamente, cercando di far andare il pranzo di traverso a Berlusconi, il quale si è riservato 48 ore per digerirlo.

Fini, com’è ormai noto, ha minacciato di costituire dei suoi gruppi in Parlamento se si dovesse confermare l’appiattimento del Pdl sulle posizioni della Lega. Di fatto minacciando di uscire dal partito.

Non è una iniziativa dell’ex leader di Alleanza Nazionale, ma un percorso obbligato al quale si è inevitabilmente giunti con l’atteggiamento di Berlusconi che, discutendo delle riforme, ha assecondato la Lega e allontanato Fini. La situazione ha profondamente irritato il Presidente della Camera, facendo saltare il coperchio di una pentola che da tempo, tra i due maggiori fondatori del PDL, ha prodotto troppe ebbollizioni. Una fusione non a caso spesso definita “fredda”, voluta da Berlusconi e che Fini ha subito, ma mai veramente voluto. I suoi distinguo iniziarono dal giorno del cosiddetto “predellino” e, con continui strappi, sono arrivati fino ad oggi, in un crescendo di insofferenza continuo. Partendo dal discorso di fondazione del Pdl, dove Fini rivendicava il suo diritto ad avere un’opinione diversa, fino a palesare in modo schietto il suo antiberlusconismo e antileghismo degli ultimi tempi.

Posizioni legittime, ma per un leader dell’opposizione. Infatti in molti si sono chiesti cosa ci facesse ancora nel Pdl. Ora bisogna attendere come si muoverà Berlusconi, visto che di fatto Fini ha lasciato la decisione nelle sue mani. Difficile però ipotizzare che di fronte a questo aut aut il Presidente del Consiglio possa rompere o soltanto allontanarsi dalla Lega.

Rimane da valutare con attenzione quali saranno le conseguenze sul Governo, anche se i numeri dei finiani non sembrano possano portare allo scioglimento delle Camere. Di certo bisognerà valutare se l’inevitabile rimpasto che si profila all’orizzonte non apra altre fratture ed impreviste alleanze.

Se il comportamento di Fini sia stato frutto di scelte obbligate o di strategia non è ancora dato a sapere e vedremo prossimamente se si sarà lanciato con il paracadute o meno. Sicuramente almeno un errore di calcolo lo ha già fatto: scommettere o tifare sulla sconfitta del Pdl alle regionali. Coerenza vorrebbe che, nel caso la frattura diventi insanabile, lasci libero il posto di Presidente

Pubblicato su Freedom24
15 aprile 2010

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