VENDOLA ALLA RISCOSSA

Vendola si candida alla guida dell’opposizione. Vuole tentare la sfida al PDL come capo della coalizione di centro-sinistra. Gli ostacoli sono molti e, come afferma lo stesso Nichi, il primo è proprio il PD. Si tratta quindi di sconfiggere la burocrazia dell’apparato (non solo D’Alema), prima di poter confrontarsi con la fazione opposta.

Certo è che in questa canicola, assente tutto lo stato maggiore del PD – chi negli States, chi non si sa dove – ogni parola ha gioco facile a far galoppare le fantasie dei giornalisti. Però le dichiarazioni di Vendola stesso, alla fine dei lavori di Bari, sono inequivoche e reclamano la sua candidatura per “ricostruire il cantiere dell’alternativa” e “sparigliare i giochi” di un centrosinistra “asfittico” che non è stato in grado “di fare un discorso capace di interpretare la crisi”. In una parola: primarie.

Vendola fa sul serio, lo ha dimostrato ben due volte combattendo contro la nomenklatura e avendone ragione. Queste vittorie nella coalizione (aspetto forse non compreso, o sottovalutato dal PDL) gli hanno fatto da volano e gli hanno regalato le prime pagine dei giornali di destra e sinistra. Quindi la lotta più dura è stata interna e non contro il partito del Cavaliere, sbaragliato troppo facilmente, come in una competizione sui cento metri dove un concorrente non partisse dai blocchi, ma già lanciato in piena corsa.

Vendola non ha creato fondazioni, cercando alleanze politiche e costituendo correnti, ma è stato tra la gente, ha creato le “fabbriche” dove centinaia di giovani parlano di politica, si mettono in gioco, si confrontano e sognano una società migliore.
Ed è una idea nuova e potente, illuminata dal suo carisma, capace di avvicinare e coinvolgere la gente, di diffondere le nuove proposte in modo diverso e virale.

Piero Sansonetti, in un editoriale di ieri sul Riformista, ripreso integralmente anche da Freedom24, vede in Nichi il superamento dell’attuale limite della dialettica, fatta solo di contrapposizione e di volontà di annientare il nemico. Crede possa avere molte carte da giocare nella sfida contro il PDL, ma – realisticamente – invoca un accordo con il PD.

E’ un’ipotesi remota e improbabile, quella dell’accordo, ma affascinante. Le posizioni di Vendola potrebbero essere quel colpo d’ala alla politica, capaci di infondere nuove speranze alla gente di sinistra e potrebbero significare il superamento della delegittimazione sistematica dell’avversario. Liberi così di affrontare i problemi per quelli che sono, spostando la discussione su un piano più alto.

Il centro-destra dovrebbe adeguarsi e confrontarsi con delle idee espresse non più per scontata contrapposizione, ma per reale convinzione. Sarebbe un grande passo in avanti per tutto il Paese, sconfiggendo d’un colpo l’antiberlusconismo – anche quello interno al PDL – lasciandolo probabilmente confinato solo alle frange più estreme. Potrebbe essere l’inizio di una nuova sfida, fatta di idee e proposte per affrontare i reali problemi del Paese.

Sogno balneare, condizionato dall’avere negli occhi gli ampi orizzonti marini. In autunno la politica ritornerà ad essere quella di sempre: sangue e merda.

Pubblicato su Freedom24
19 luglio 2010

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