Sono anni che l’Italia è divisa tra chi considera Berlusconi un nano mafioso, corrotto e corruttore, piduista nonché puttaniere e chi lo considera un grande leader. Ci sono pure quelli della zona grigia, che non hanno una precisa opinione perché non gli interessa o perché non hanno sufficienti elementi per formarsela. Spettatori saggi ed attenti, agnostici della politica, o distratti menefreghisti, non importa. Non sono loro ad agitarsi.
Gli altri conoscono a memoria il numero della tessera P2 attribuita a Berlusconi (in verità ho sempre considerato più pericoloso Gervaso), tutti i processi e le relative sentenze. Feroci battaglie di opinione si sono consumate sul significato della prescrizione, chi volendola assimilare all’assoluzione, chi alla condanna. Della frase su Mangano di Dell’Utri e Berlusconi è stata fatta una vera e propria esegesi, ma solamente i più preparati si sono divisi sull’accusa per traffico di droga.
Nei rari periodi di assenza di scandali politico-giudiziari, hanno tenuto banco le vere o presunte gaffe, Youtube è divenuto una compilation di filmati di Berlusconi con i montaggi più diversi, a volte falsi, a volte semplicemente caricaturali. Neppure trombare in santa pace gli è stato concesso, causa scivolamento su puttana con registratore. Detta signora pare stia per dare alle stampe il secondo libro. Una notte, un libro. Fortuna non sia stata l’amante di Rocco Siffredi, altrimenti di libri ne avremmo avuti anche per le generazioni future. Anni di appostamenti per un Topolanek al vento. Pure del caso Marrazzo la colpa è stata del Cavaliere.
Molti giornalisti si sono occupati in modo ossessivo dell’attuale premier e – liquidato ormai Andreotti – hanno ben pensato che tutti i mali dell’Italia coincidessero con Berlusconi. Potreste immaginare che, dato il clima, sia stato inevitabile beccarsi una statuetta in testa. Sareste fuori strada. L’uomo è molto più scaltro di quanto possiate immaginare: la statuetta è stata una montatura. Tartaglia infatti non è stato condannato e Berlusconi non si è costituito neppure parte civile. Non per magnanimità, ma perché in realtà è stato lui a pagare Tartaglia per il finto attentato.
Santoro, Travaglio, Repubblica, L’Espresso, Il Fatto Quotidiano e altri, da anni producono inchieste ed articoli tesi ad avvalorare il teorema che Forza Italia sia nata grazie alla mafia. Le stragi del ’92 e ’93 sarebbero state compiute per destabilizzare il Paese e preparare l’avvento di Berlusconi. Ormai la gente – molta gente – ne è convinta: la mafia è rappresentata da Dell’Utri e Berlusconi.
Oggi il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari avrebbe affermato «Siamo ad un passo dalla verità sulla strage di via d’Amelio. Una verità clamorosa di cui la politica potrebbe non reggere il peso». Frase riportata da “La Repubblica” e il “Corriere della sera”, subito smentita dal presidente dell’Antimafia Beppe Pisanu. Ma intanto la frase – di tale pesantezza – è andata in stampa sui due maggiori quotidiani italiani. In realtà le esatte parole sono state: “Speriamo che siamo in una stagione dove possiamo giungere alla verità. Dire che è un momento felice scoprire queste cose sinceramente non mi sento di dirlo. Da un punto di vista investigativo ci sono alcuni precedenti, ma sinceramente a questo livello non credo. Lo Stato è in grado di raccogliere questa verità, il problema è se c’è una politica in grado di raccogliere questa verità” e in un altro punto dell’intervista, alla domanda del giornalista “Ci potrebbe essere una verità di cui qualcuno, nello Stato, si potrebbe vergognare?” la risposta risulta piuttosto esauriente “Nello Stato, è una frase un po’ generica, le responsabilità sono sempre individuali. Certamente quello che emergerebbe è il ruolo di soggetti che pur appartenendo alle istituzioni statali hanno tradito […] Lo Stato si dovrà vergognare nella misura in cui ci si vergogna di qualcuno che in famiglia tradisce le regole”
Leggendo la frase riportata dai giornali, cosa penseranno gli italiani? Che l’arresto di Berlusconi è imminente? Che tutta la politica, o buona parte di essa ne è coinvolta? Una dichiarazione di una gravità inaudita, proprio mentre si sta faticosamente dibattendo sul ddl intercettazioni.
Ascoltando l’audio originale pubblicato sul sito del “Corriere della Sera”, si parla di prove granitiche e di depistaggio colossale, ma anche di ergastoli ingiustamente comminati e di contrasti tra procure sulla figura di Ciancimino. Della frase ad effetto nessuna traccia. E’ stata forse detta a microfoni spenti o è un’abile interpretazione giornalistica?
A dare credito alla versione dei quotidiani saremmo ad un passo dall’annientamento della politica, nella versione audio, invece, si tratta di dichiarazioni sì gravi, ma ben distanti dal clima di golpe paventato dai titoli. Pessimo giornalismo balneare.
Pubblicato su Freedom24
21 luglio 2010