DIFENDERE L’INDIFENDIBILE

Io non so che problemi abbia Filippo Rossi, ma la sua visione della realtà è un po’ troppo riduttiva e semplicistica. L’infelice situazione di Fini, nel corsivo del direttore di FfWebMagazine di oggi, è ricondotta tutta «all’agenzia di disinformazione al servizio dell’azienda-Berlusconi», saltando a piè pari tutto il problema politico. Non è colpa di certo della stampa se Fini si è messo da solo nell’angolo. Nemmeno è colpa di Feltri o Belpietro se il Presidente della Camera (cucina, soggiorno, doppi servizi) avrebbe regalato due terzi del monegasco appartamento di An a suo cognato. Che il documento pubblicato da “Listin Diario” sia autentico o meno è soltanto un tecnicismo.
Nessuno – a parte forse Filippo Rossi – ha creduto alla storiella, raccontata da Fini in diretta da Mentana, che l’alloggio fosse finito nelle disponibilità di Elisabetto casualmente.

Sul piano della cronaca bisogna registrare il passaggio di FLI nei banchi dell’opposizione, l’interruzione delle trattative tra finiani e berlusconiani e la richiesta di soccorso a D’Alema (Presidente Copasir), da parte di Carmelo Briguglio, per la diffusione di «atti di dubbia autenticità.» Normali tatticismi, ma non sfugga un episodio politico importante: le dimissioni di Pontone, ex tesoriere di An, in quanto lasciato solo di fronte alla bufera (fu lui a firmare la vendita del famoso appartamento). Dimissioni che rischiano di affondare il gruppo di FLI al Senato.

Filippo Rossi cerca, inoltre, di ridurre l’affair della abitazione di Montecarlo come fosse una «compravendita di un immobile tra privati», quando questa apparteneva ad An, non a Fini. Ma forse Rossi vuole dirci che An fosse un “partito-azienda”, con un padrone che disponeva di tutto, che confondeva le sue tasche con quelle del partito.
Le disgrazie del Presidente della Camera non sarebbero conseguenza della sua politica fallimentare, ma di Feltri e Belpietro, killer prezzolati.

Niente di nuovo, il solito ragionamento lamentoso di sempre, dove chi si schiera con Berlusconi è decerebrato, incolto, disinformato o a libro paga. Forse Filippo Rossi guarda troppo Ballarò con le interviste prese per strada, dove il berlusconiano-tipo è scelto con cura tra i più deficienti. Ma servizi così possono farli tutti. Con questo tipo di interviste/verità si riesce a far fare una figuraccia a chiunque e di qualunque schieramento. A proposito di figuracce televisive, non sembra che Filippo Rossi nelle sue apparizioni catodiche abbia brillato particolarmente.
Le cose stanno così“, afferma il corsivo che descrive l’attacco a Fini come un disegno “politico-editoriale”. E allora? Dove sarebbe lo scandalo? Dopo tutte le picconate che Fini ha dato a Berlusconi che si aspettava, una medaglia?
Chissà perché se Minzolini fa un editoriale e si dimostra filo-PDL si grida allo scandalo, mentre il TG di RAI3 (per non parlare del resto del palinsesto RAI) è giusto e doveroso continui la sua linea antiberlusconiana.
In questo Paese è opinione diffusa non si possa liberamente essere pidiellini. E allora l’inchiesta giornalistica di Feltri su Tulliani & C. non può essere che «strategia mediatica che non può non avere un burattinaio.» Forse Filippo Rossi si misura dietro al proprio braccio, forse è così che scrive, a comando. Che tristezza.

Pubblicato su Freedom24

22 settembre 2010

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