342 voti. Fiducia raggiunta, l’autonomia del Governo da MPA e i finiani no. Questo il senso della lunga giornata alla Camera iniziata con un discorso di Berlusconi ineccepibile, forse troppo. A metà tra la propaganda dei risultati conseguiti e l’esposizione di quanto ancora da realizzare. Un discorso tanto sensato, quanto inascoltato. Le opposizioni hanno replicano con durezza, lasciando trapelare astio e disprezzo nei confronti del Premier. Ben al di là del normale dissenso politico soprattutto Di Pietro, che si è lanciato in una arringa violenta, piena di contumelie ed insulti nei riguardi del Premier. Un intervento, quello di Di Pietro, indegno dell’aula parlamentare, necessario per arginare la perdita di consensi a favore di Grillo, opportunamente teso a sfruttare l’ampio risalto mediatico dell’evento.
La compagine finiana canta a ragione vittoria, in quanto i suoi voti sono indispensabili per l’azione di Governo e annuncia la imminente fondazione del partito. Ne esce addirittura rafforzata grazie all’asse con l’MPA di Lombardo, uniti nella determinazione di negoziare ogni futura azione della maggioranza, esistente ormai solo sulla carta. Una forza esigua, ma in grado di tenere sotto scacco l’esecutivo, più in sintonia con le opposizioni che con la maggioranza. L’obiettivo non sembra quello di concorrere all’azione di governo, ma di agire come una squadra di guastatori.
In queste condizioni non credo si potrà continuare una normale azione legislativa e non è nemmeno pensabile tentare di affrontare riforme impegnative come quella della magistratura. Non esiste altra via che rimettere il mandato al Presidente Napolitano e prepararsi per la prossima battaglia che sarà quella di lottare contro le tante forze che vogliono la formazione di un governo tecnico per cambiare la legge elettorale. Riforma che s’indirizzerebbe verso il proporzionale, riportando indietro il Paese di almeno 15 anni, riprecipitandolo nel consociativismo. Ogni ritardo a dichiarare la crisi sarà un regalo alle opposizioni che avranno così tempo per organizzarsi. Nel frattempo i guastatori tenteranno di affondare il lodo Alfano costituzionale, sperando così i giudici liquidino Berlusconi.
30 settembre 2010