INTERVISTA AD ALFIO KRANCIC, VIGNETTISTA DE “IL GIORNALE”
Alfio Krancic, disegnatore. Ha collaborato con molte testate, quali “La voce della fogna”, “La Gazzetta di Firenze”, “Il Secolo d’Italia”, “L’Indipendente”. Attualmente è vignettista de “Il Giornale”.
Come si diventa disegnatori satirici, vignettisti?
Non c’è una vocazione precisa. Ho iniziato a fare caricature e strisce per divertimento al tempo dell’Università, poi ho continuato a tenermi in allenamento. Ma tutta roba che non veniva pubblicata. Lo facevo solo per mio diletto. Finalmente nel 1988 ebbi l’occasione di iniziare la collaborazione per un giornale locale: la Gazzetta di Firenze. Fu un’ottima palestra, perché una cosa è disegnare una vignetta di tanto in tanto; altra è applicarsi quotidianamente. Poi sono venuti gli altri giornali.
Quali le sue fonti d’ispirazione?
La quotidianità e la cronaca politica. Sono fonti inesauribili. Fortunatamente negli ultimi tempi le tensioni politiche si sono acuite. Per un disegnatore satirico è manna.
Quale personaggio politico le da maggior soddisfazione disegnare?
Non c’è ne uno in particolare, anche se ho e avevo i miei preferiti: Scalfaro, Prodi, Fassino. Mi danno soddisfazione quelli che sono legati ad una battuta particolarmente efficace e felice.
C’è una componente sadica, perversa o comunque liberatoria nel prendere di mira questi personaggi?
Sicuramente. E’ un moto di rivalsa verso un potente. Il disegnatore satirico in genere è quello che riesce a tradurre i sentimenti della gente, e la gente, quando i disegni satirici funzionano, si riconosce nelle vignette.
La satira, nel corso del tempo, ha goduto di alterne fortune. Adesso, per quella illustrata, è un buon periodo?
Il periodo d’oro è stato quello che va dagli anni ’70 a Tangentopoli. Con la cosiddetta seconda repubblica la satira è entrata in una fase di “normalizzazione”. Si cerca di ingabbiarla con il politicamente corretto e con le querele.
Certo, oggi la satira disegnata è in calo rispetto a prima. Tuttavia resiste ancora in qualche giornale. Non dimentichiamoci poi la concorrenza spietata della TV e dei programmi satirici.
Crede la causa del momento poco felice per le vignette sia dovuto a Internet, avendole sostituite da filmati, fotomontaggi, ecc. oppure è scarsa sensibilità da parte degli editori, o cos’altro ancora?
Certo, come dicevo prima, l’offerta mediatica oggi è immensa. Oggi chiunque con un fotomontaggio e che sappia usare un programma, può creare un’immagine satirica.
Spesso si ha l’impressione che la satira sia soltanto di sinistra o perlomeno, in quell’area sia più valorizzata. Penso a Vauro che chiude la trasmissione di Santoro “Annozero”, per esempio. Il solito limite culturale della destra?
Non ci sono dubbi. Il complesso d’inferiorità continua ad essere determinante. Personalmente ho provato ad offrire la mia collaborazione a trasmissioni TV non di sinistra. Ma a quanto pare non interessano.
Un periodico di sola satira, attualmente mancante in Italia, avrebbe mercato?
Collaboro a “Veleno“, ma non mi pare che intercetti grossi segmenti di mercato…
Le è mai capitato di venire censurato?
Numerosissime volte. Insomma capita.
L’hanno mai querelata?
Due volte. Una volta il PDS, ai tempi de “L’Indipendente”. La seconda anni fa, da parte di “Iniziativa Comunista di Roma”. Oltre a me vennero querelati Belpietro e altri due giornalisti. Chiesero un milione di Euro ma tutto si è concluso con il patteggiamento.
La guerra tra Berlusconi e Fini sembra abbia fatto almeno una vittima: lei. Infatti non disegna più per “Il Secolo d’Italia”. E’ stata sua la scelta?
No sono stato allontanato in maniera “dolce”, felpata. Fino a che alla fine non mi hanno più chiesto vignette. Mi sono rivolto ad un legale. Non è che me ne possa andare via dopo 20 anni di collaborazione con una canna in mano. A breve inizierà la causa.
Gira voce verrà allestita una retrospettiva a Milano: “Vent’anni di vignette a destra: Krancic 1990-2010, “Dalla caduta del Muro alla caduta del Puro” (inteso come Fini). Si farà e quando?
Non esiste. Era una voce messa in giro da un buontempone o da chissà chi. Una bufala insomma. Fare una mostra delle mie vignette che, tutto sommato hanno fatto la storia della satira di destra (Forattini è venuto dopo. Fino al 2000 collaborava con Repubblica), non sarebbe stata una bestemmia. Ma i promotori non ci hanno pensato. Loro volano alto. Non si occupano di satira. Tuttalpiù di barzellette.
Pubblicato su Freedom24
4 ottobre 2010