BERLUSCONISMO FANGOSO

Ernesto Galli Della Loggia

Secondo Ernesto Galli Della Loggia “Berlusconi è privo di vera cultura politica. Il berlusconismo è l’unica fangosa novità toccata in sorte all’Italia in questi anni”. Questo il commento, introdotto da un “Evviva!”, riportato su Facebook da un dotto militante finiano. Trascurerò, parimenti al distratto autore dell’evviva, il fatto che Della Loggia ne abbia detto di peggio su Fini e proprio nello stesso editoriale.

Bisognerebbe chiedere a Della Loggia cosa intenda per “cultura politica”, perché se questa deve intendersi in senso aristotelico essa è l’arte e la scienza del governare. Va da sé che per farlo bisogni essere eletti e, fino a prova contraria, ciò a Berlusconi è riuscito benissimo essendo questo il suo terzo mandato come Presidente del Consiglio. Quindi, etimologicamente parlando, di cultura politica ne avrebbe ben più dei suoi avversari. Se invece la sua affermazione si dovesse intendere latu sensu (come appare probabile leggendo tutto l’editoriale), la cultura politica berlusconiana sarebbe di plastica, mentre quella autentica e nobile, se ne deduce, apparterrebbe ad altri esponenti, magari di lungo corso e tradizione.

Proprio da questi esponenti, però, non viene alcuna proposta concreta e gli unici sforzi sono tesi a formare un governo alternativo per riformare la legge elettorale e per abbattere Berlusconi. Trattasi di inciucio bello e buono, altro che fango!, sono reminiscenze da prima Repubblica dai miasmi fetidi e orrendi, trattasi di restaurazione. Se questa è la cultura politica che Della Loggia auspica se ne può fare volentieri a meno, chi governa deve essere legittimato dalle elezioni, non da combutte di palazzo.

Ma va da sé che la compagine finiana ricorra compiaciuta ad ogni analisi negativa a Berlusconi. Autori quali il Della Loggia – solo pochi mesi prima aspramente criticato dai finiani stessi – divengono così il nuovo riferimento culturale dei futurini. Non perché finalmente dicano cose più intelligenti, ma per spirito di alleanza, perché il nemico del proprio nemico non può che essere proprio amico.

Sospetto i futurini leggano troppo “Il Fatto Quotidiano” e “La Repubblica”, episodio in sé per nulla deplorevole se non mancassero però completamente di senso critico, prendendo per buone le tesi argomentate su quei quotidiani. Già soltanto questo suonerebbe come insopportabile dissonanza per una compagine che vorrebbe rappresentare la vera destra moderna, europea, colta e illuminata. Talmente colta da non riuscire a produrre un pensiero conservatore alternativo a Berlusconi, ma costretta ad appiattirsi sulle posizioni della sinistra. Questo quando i finiani fanno i moderati, perché altrimenti il loro orientamento tende al viola, basti pensare alle reazioni della base all’indomani del caso Lunardi e del voto al lodo Alfano. Posizioni in netto contrasto alle continue affermazioni di essere veri liberali, rimanendo però un mistero di come possa un vero liberale riporre le sue speranze in Fini che in tutta la sua vita è stata proprio il contrario del liberismo. E’ legittimo affermare che in politica si possa cambiare schieramento e posizione, si possa – e proprio Fini lo dimostra – rinnegare pure sé stessi, ma è altresì legittimo altri lo considerino un traditore. Lo trovo persino più ovvio.

Forse a causa delle troppe travagliate letture i finiani sono divenuti i paladini della giustizia e della legalità, ma si trasformano immediatamente in relativisti appena qualcuno chiede chiarezza su appartamenti monegaschi, slot machines, appalti RAI. Sono convinti Berlusconi sia il peggio del peggio e rappresenti la mafia, la corruzione e il malaffare, confondendo così il legalitarismo con il becero forcaiolismo. Merce molto diffusa in certe frange della sinistra, nei centri sociali, nel popolo viola, in Di Pietro. Ecco, adesso in questa nutrita schiera, a pieno diritto, vi entrano anche i fliennini.

Si godano questo momento di gloria – ottenuto con i voti di Berlusconi – perché alle prossime elezioni la concorrenza sarà tanta per chi come bandiera dice di avere quella italiana, ma in realtà ha solo quella dell’antiberlusconismo.

Pubblicato su Freedom24
22 ottobre 2010

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