Berlusconi quando vede Ballarò s’incazza come una biscia, non resiste e tira su il telefono. Cosa accaduta anche la sera di ieri l’altro e, tutto sommato, è andata ancora bene: il Presidente del Consiglio non ne è uscito con le ossa rotte. Comprendo l’irritazione per il modo fazioso e censorio di condurre la trasmissione da parte di Floris, per le continue interruzioni degli ospiti non graditi e per lasciar parlare, invece, solo chi espone le tesi a lui vicine, ma non è di certo una novità.
Infilarsi nella tana del lupo è stato un grosso regalo per questo antiberlusconiano dell’etere, anche lui attento allo share, e non deve essergli parso vero di ricevere un simile assist che lo ha portato di colpo all’attenzione di tutti. La concorrenza antiberlusconiana nel ciclo ebdomadario televisivo è fitta: Annozero, Report, Vieni via con me, Parla con me, Che tempo che fa, Le invasioni Barbariche, L’Infedele, Exit, Otto e mezzo, In onda, Niente di Personale. Queste solo le programmazioni disseminate tra i vari canali TV in prima serata o subito dopo il TG, ma in altre fasce orarie ci sono anche l’Annunziata, Omnibus e molti altri. Telefonare a Ballarò è stato quindi il più grande regalo che si poteva fare a Floris per lanciarlo in una polemica di caratura presidenziale, dandogli così visibilità, legittimazione e il riconoscimento implicito di maggior trasmissione d’opposizione.
L’atteggiamento di Floris è stato arrogante, maleducato e di assoluto disprezzo nei confronti di colui il quale ricopre la carica di Presidente del Consiglio, e di questo se ne poteva sinceramente fare a meno, evitando di offrire il fianco. Non è con una telefonata che si può ribattere alle falsità. Ci vuole altro.
Sarebbe auspicabile ci possa essere una trasmissione televisiva, anzi più d’una, dove si possa fare della contro-informazione. È il termine corretto, perché nonostante molti si sgolino ad affermare che tutte le TV siano nelle mani di un sol uomo, la realtà dei fatti è ben diversa e il panorama dell’informazione è antiberlusconiano. Non è però con editti bulgari o con le manovre di Masi che si possa modificare questa situazione, ma contrapponendo alle programmazioni sopra citate analoghi contenitori di segno opposto che controbilancino lo status quo.
Spazi di approfondimento politico, anche con forte dialettica, ma dove il comun denominatore non sia lo scontato antiberlusconismo. Format d’inchiesta che approfondiscano e stimolino lo stato delle indagini sulla sanità in Puglia (occultata dallo scandalo D’Addario e scomparsa nel blu), che spieghino il sistema di potere delle Coop rosse, che illustrino gli scopi dell’antimafia d’operetta, che indaghino sulle relazioni d’interesse tra la classe politica campana di sinistra e il sistema dello smaltimento dei rifiuti e la camorra. Urleranno al dossieraggio? Pazienza, dopo la D’Addario, Antigua, Noemi, Ruby, di che ci si preoccupa? Peggio non si può fare. Manca pure uno spazio televisivo dove si discuta di quanto esposto dai vari Santoro, Floris e altri, analizzando e ribattendo punto su punto, smontando ogni falsità.
Ci fossero questi spazi si potrebbe evitare di mandare esponenti della maggioranza a farsi massacrare nei vari programmi-imboscata, anzi, ciò si dovrebbe fare subito. Questi format funzionano se c’è il cattivo da mettere alla berlina, il nemico da dileggiare, il berlusconiano da disprezzare. Andarci è controproducente anche se eroico, ma telefonare è puro masochismo.
25 novembre 2010