«Per affrontare il problema di petto, Post ha schierato una intensa azione diplomatica e strategiche iniziative individuando figure chiave dentro e fuori il governo [italiano]. Il nostro obiettivo è duplice: informare a fondo i nostri interlocutori sulle attività russe e di conseguenza il contesto della politica degli Stati Uniti, così come di formare un parere di dissenso alla politica della Russia, in particolare all’interno del partito politico di Berlusconi. Dall’inizio dell’estate, con il ritorno al potere di Berlusconi e la crisi in Georgia, abbiamo coinvolto con decisione i dirigenti del Governo italiano a tutti i livelli. Pol, PA e Econoffs hanno coinvolto membri del partito, contatti del governo italiano, vari think-thank e addirittura premendo per fornire una versione alternativa a quella di Berlusconi che insiste ad affermare che la Russia è un paese democratico e stabile che è stato provocato dall’Occidente. Lo sforzo sembra stia dando i suoi frutti. L’opposizione ha cominciato a bersagliare Berlusconi affermando abbia scelto il lato sbagliato della barricata. Alcuni nel Pdl hanno iniziato ad avvicinarsi in privato per dire che auspicano un maggiore dialogo con noi sulla questione Russia, e hanno indicato il loro interesse a contestare l’alleanza di Berlusconi per Putin.»
Questa la traduzione del paragrafo n° 18 del documento trasmesso a Washington da Ronald P. Spogli il 26 gennaio 2009, fatto trapelare da Wikileaks. Il documento si chiude manifestando profonda irritazione per l’azione mediatrice di Berlusconi tra Russia e Stati Uniti.
Leggendo queste semplici poche righe sembrano ora molto più chiari sia la politica nazionale italiana che i vari accadimenti che scuotono il nostro Paese. Il fatto è gravissimo: si tratta di indebite ingerenze sulla politica interna ed estera di un Paese sovrano quale l’Italia. È chiaro che una maggior indipendenza italiana nella politica internazionale e negli accordi energetici e commerciali presi in autonomia con la Russia non sono stati affatto digeriti dalla amministrazione americana.
Gli USA si sono spinti ad influenzare membri del Governo, del PDL, addirittura vari “pensatoi”, non solo, ma hanno trovato pure sponda in esponenti che privatamente (leggasi segretamente) si sono resi disponibili.
La politica estera di Berlusconi è stata improntata su un grande attivismo, evidentemente turbando equilibri che gli americani non volevano fossero turbati, rendendo l’Italia non più un consumatore passivo, suddito delle “7 Sorelle”, ma importante attore sul fronte energetico nel panorama internazionale. L’idea di Berlusconi per l’Italia di domani è di trasformarla in un collettore di transito per l’energia dal Sud, dall’Est e dal Medio Oriente per l’Europa. Una visione meditterraneocentrica che farebbe risorgere questo Paese, rendendolo un tassello indispensabile per il Vecchio Continente.
A più di qualcuno tutto ciò non importa nulla e hanno ben pensato di usare i nemici di Berlusconi contro l’Italia stessa, per un loro tornaconto personale, per sete di potere. Si tratta di tradimento, non solo politico, ma di interessi nazionali. In tempo di guerra sarebbero stati fucilati all’istante, oggi rischiano di andare al potere.
Pubblicato su Freedom24
3 dicembre 2010