Quello che si legge su “La Repubblica” a firma D’Avanzo è pura spazzatura. Mi chiedo perché non venga investito da una raffica di querele o perché non intervenga direttamente l’ordine dei giornalisti. Ma questa è, ovviamente, una domanda retorica. Indipendentemente dai giudizi morali che si vogliono dare della vicenda, le prove che verranno oggi divulgate avranno doppia lettura. Non c’è – parrebbe – il “preservativo fumante”, un filmato hard o una convergenza di testimonianze coerenti di una situazione che abbia valenza di reato.
Quello che verrà rivelato saranno semplici rifornimenti bellici per le opposte tifoserie. Alcuni sono certi Berlusconi sia l’immoralità allo stato puro, altri non vogliono credere all’immagine di un satrapo 74enne, bavoso, operato alla prostata che si fotte le minorenni.
Personali convincimenti a parte, questi comportamenti sono di ordine privato e il giudizio che se ne può dare e di sola valenza morale. Ognuno ha la sua.
Rimane il fatto vi sono alcuni magistrati specializzati alla lotta alla mafie, alla criminalità organizzata, al narcotraffico, al terrorismo. Giusto e possibilmente bisogna ammirarli ed esser loro grati. Poi ve ne sono altri che da 16 anni sono specializzati alla caccia a Berlusconi, essendo convinti sia il Colpevole di ogni italico male. Devono solo trovare le prove, sono sedici anni che le cercano, ma il mostro già c’è.
Per questi PM la lettura del caso Ruby e delle varie implicazioni annesse e connesse non potrà che essere una. Non crederanno mai alle parole del Premier, falso e bugiardo per definizione. La narrazione dei fatti, o meglio, la loro ricostruzione sarà tesa soltanto a dimostrare lo scenario peggiore possibile.
Ma se l’azione giudiziaria della Bocassini si baserà soltanto su intercettazioni telefoniche, tracce di cellulari legate a dei ripetitori, testimonianze zoppicanti o contraddette da altre dichiarazioni significherà non saremmo di fronte a delle prove, ma a delle opinioni.
È possibile imbastire un processo sui personali convincimenti di un giudice che ha dedicato la sua vita professionale alla caccia di un unico colpevole? Ovviamente no. In assenza di prove schiaccianti, chiare ed incontrovertibili, saremmo di fronte ad un caso di abuso di potere, di persecuzione giudiziaria conclamata, di attacco alle istituzioni. E di questo la procura di Brescia potrebbe anche interessarsene.
Paolo Visnoviz
17 gennaio 2011