Visti i recenti accadimenti avevo intenzione di occuparmi di ben altre cose, ma oggi il sig. Facebook ha deciso – senza preavviso alcuno – di chiudere la pagina Freedom24, cancellando pure gli account personali di Andrea di Bella e di Paola Rosselli.
Fredoom24 era una pagina di informazione che contava quasi 8mila iscritti, principalmente frutto del lavoro del suo direttore Andrea di Bella, ma anche di tutte le persone che hanno scritto su quel blog (io compreso, fino a poco tempo fa) e di tutti quei lettori che, partecipando con i commenti, l’hanno resa viva.
Il sig. Facebook non interviene di sua sponte, ma solo dietro sollecitazione (le famigerate segnalazioni) di altri utenti. Per chiudere una pagina o un profilo devono pure essere in gran numero. Due sono quindi le possibili cause ipotizzabili.
Recentemente sono stati cancellati d’ufficio alcuni post dalla pagina che utilizzavano come titolo fotografie di donne senza veli. Foto osé di attrici famose, rese innocenti da opportune quadrettature delle parti più intime. Servivano ad evidenziare la contraddizione delle protagoniste delle pose senza veli rispetto alle loro pubbliche proteste contro la mercificazione del corpo femminile. Inutile sottolineare che scatti ben più “scandalosi” si trovano quotidianamente e impunemente su molte pagine e molti profili.
Freedom24 aveva ripreso un mio articolo “Sole Molinari? Ecco chi è” ampliandolo con un editoriale e due interviste che approfondivano quanto avevo dichiarato. Si esprimevano posizioni molto critiche nei confronti del gruppo Facebook “Minzolini Fan Club”, sarebbe quindi possibile che molti dei suoi appartenenti si siano organizzati per effettuare segnalazioni di massa nei confronti di chi li stava criticando.
Queste sono soltanto delle ipotesi, ovviamente. Il sig, Facebook non comunica a nessuno il motivo delle sue decisioni. Rimane il fatto sia stata censurata una pagina molto attiva che faceva informazione. Freedom24 non era soltanto un’edicola, non riprendeva soltanto articoli di giornale ripubblicandoli, ma ne produceva di propri generando un notevole dibattito. Per questo Facebook oggi è un po’ più povera e più muta.
Ad Andrea di Bella, a Paola Rosselli e a tutti gli altri va tutta la mia solidarietà, augurandomi il sig. Facebook ritorni sulla sua illiberale decisione e ci restituisca quella voce forse scomoda per molti.
Paolo Visnoviz
16 febbraio 2011