Nell’ultima puntata di Annozero Beppe Grillo ha dato il solito spettacolo. Ha messo in scena l’usuale tono indignato, urlato e violento. Condito da qualche parolaccia perché, si sa, il turpiloquio provoca sempre un sorriso, scatena il facile applauso ed è liberatorio. È quello che vuole sentire il suo pubblico: l’insulto e la violenza verbale. Medesimo meccanismo usato da altri opinion leader ormai schiavi nel loro ruolo. Uno per tutti: Travaglio. Lo stile è diverso, insulta in altro modo ed è meno pacchiano nello storpiare i nomi delle vittime dei suoi strali, ma il meccanismo è lo stesso: individuare un nemico e seppellirlo di contumelie.
I loro fans hanno bisogno di questi riferimenti, funzionano come valvola di sfogo così da poter andare a dormire tranquilli. Sereni e soddisfatti qualcuno abbia individuato per loro un nemico, sollevando indignazione per poi placarla con il vilipendio. Questioni di pancia e di pigrizia. Basta leggere o ascoltare, non serve nemmeno pensare. Ma non sono letture o spettacoli di valore che mettono in moto idee, portino ispirazione, illuminino; tutt’altro. Sono momenti che si chiudono in sé stessi come un uroboro; in essi nascono e finiscono, esaurendosi e trovando compimento.
Questi particolari tipi di espressione possono realizzarsi soltanto nel monologo, altrimenti l’incanto si rompe. Funzionano grazie a brevi flash di notizie, seguite da giudizi o ammiccamenti e qualche battuta. Fingono di fare informazione, ma non affrontano con intento esaustivo un argomento, mettendo insieme solo quello che funziona da un punto di vista narrativo. Il fine, infatti, non è quello d’informare o di risvegliare le coscienze, ma solo quello di strappare la risata o l’applauso e, va da sé, il consenso. Non funzionerebbero in un contraddittorio. Le repliche e le obiezioni interromperebbero la trama narrativa e non sarebbero più efficaci. Anzi, in caso di dibattito sarebbe molto facile sbugiardarli, per questo lo fuggono sempre. In questo modo evitano pure si formi una coscienza critica nei loro riguardi, impediscono d’essere pesati, acquisendo autorevolezza e divenendo così degli opinion leader di area e di tendenza. Inconfutati, quindi infallibili ed eroici.
A volte capita esagerino con offese e imprecisioni, qualcuno si arrabbia e scattano le querele. In sede giudiziaria le difese perderanno i toni arroganti dei loro pistolotti, facendo appello alla libertà di parola. L’eroica controinformazione urlata in pubblico, verità rivelata per le masse, diverrà innocente satira ridotta a facezia di guitto per timor di toga.
Ieri Grillo si è scagliato contro il nucleare, ha affermato fosse una tecnologia superata, dove basterebbe le abitazioni non sprecassero energia. Tutti noi, secondo il vate genovese, potremmo produrne più di quanta ne consumiamo e in caso di eccedenza potremmo scambiarcela tramite Internet. Ha dato degli ignoranti a quelli che non vedono alternativa energetica valida ai combustibili fossili oltre al nucleare. Non solo, ma ha pure rincarato la dose affermando che questo genere di persone dovrebbero pure informarsi veramente, usando la Rete.
Proprio usando Internet gli suggerisco di verificare quale sia il fabbisogno nazionale lordo di energia elettrica del nostro Paese. Scoprirebbe così che nel 2009 è stato di 337.601 GWh. Adesso prendiamo come pietra di paragone una grossa centrale fotovoltaica, quella di Sinan a Seul (Corea). La più grande dell’Asia. Numero moduli fotovoltaici: 109.000 (a inseguimento, quindi il meglio che c’è in termini di resa), potenza di picco: 19,6 MW, produzione elettrica annua: 27.000 Mwh (secondo i più che ottimistici dati stimati forniti dal costruttore). Superficie impiegata: 600mila metri quadrati (cioè sessanta ettari, circa 80 campi da calcio). Costo: 90 milioni di Euro.
Ovvero per la copertura del nostro fabbisogno energetico del 2009 sarebbero servite più di 12mila centrali come quella di Sinan (e di notte o con cielo coperto avremmo dovuto usare le candele).
Tantine vero? Caro Grillo e dove le mettiamo, nel tuo giardino? Hai già cercato di appiopparci la “sola” delle palline di plastica contenenti una magica ceramica che avrebbero dovuto sostituire il detersivo per la lavatrice, non ti è bastata come figuraccia?
Paolo Visnoviz, 19 marzo 2011
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