TAFAZZI ALLA GUERRA DI LIBIA

In un recente articolo Claudio Magris si stracciava le vesti, impropriamente appellandosi alla meritocrazia, per “l’inaccettabile disuguaglianza di partenza tra gli uomini” continuando indignato a denunciare “il mondo intero” sia “un turpe, equivoco teatro di disuguaglianze”. Toh, ma va? Un’altra anima bella, emulo di Don Chiscotte in lotta contro la sfiga che imperversa. Governo ladro!, e ci può stare pure la classica bestemmia contro Dio che permette tanto orrore e sofferenza. Questo modo di ragionare ha avuto, ha ed avrà sempre i propri fautori e sostenitori, giacché un mondo perfetto è ben lontano a venire e mai lo è stato.

Le Società non sono eguali, hanno equilibri diversi e il valore della vita cambia in funzione della latitudine e dei momenti. Non comprendere questo significa porsi con arroganza nei confronti del resto del mondo, girare con la verità in tasca e fare danni presso sistemi che hanno trovato altri equilibri.

Recentemente sarebbero state trovate le prove degli orrori causati da Gheddafi. Foto che certificherebbero le torture inflitte agli oppositori del regime sarebbero state rinvenute da giornalisti del New York Times e a queste si sommerebbe la denuncia di Eman al-Obeidi di essere stata stuprata da 15 uomini della milizia di Muammar Qaddafi (trattasi sempre di Gheddafi: dispone di una ventina di nomi). E questo giustificherebbe una guerra? Dobbiamo stare attenti, tra il caso Cucchi e le decine di donne violentate anche da noi mica possiamo stare così tranquilli!

Battute a parte, non si può giudicare con il nostro metro quello che avviene nel Continente Africano. Da noi le donne incinte hanno pure il latte di mosca e quando devono partorire tutto l’universo mondo deve accorrere all’evento; in alcune tribù dell’Africa Nera, magica e animista, altre future madri, invece, partecipano alle attività del villaggio come sempre, e al momento necessario si allontanano, si accovacciano dietro ad un cespuglio e, da sole, donano nuova vita. Madri e figli muoiono di più? Ci mancherebbe!, altrimenti la sofisticata scienza occidentale a che servirebbe? Però figliano tanto e sono pure felici, anche senza il filmatino della prima ecografia.

Anche non volessimo arrenderci al fatalismo, con umiltà pensare ai soli nostri guai e testardamente intrometterci in quegli altrui, sappiamo che nel mondo musulmano una donna (se molto giovane e carina) vale 25 cammelli, sappiamo che l’Islam considera legittimo battere le femmine, sappiamo delle ragazzine turche suicidate – con la polizia che chiude un occhio – perché hanno rifiutato un matrimonio combinato e pure di qualche prete cristiano ammazzato, sappiamo delle esecuzioni sommarie in Egitto per reati di apostasia e di come trattano i cristiani copti. Pure noto è il fenomeno dei bambini soldato in Etiopia, Somalia, Sierra Leone. E nel Darfur la Coalition for International Justice ha quantificato in 400mila i morti in seguito al conflitto tra Janjawid e Fur, Zaghawa e Masalit. Ebbene, proprio da Gheddafi dovevamo cominciare?

È una ipocrisia inaccettabile e si abbia il coraggio di dire che si è voluto scatenare una guerra con il ridicolo alibi delle “motivazioni umanitarie” per altri scopi e dove non ce n’era proprio bisogno. Parità di genere, libertà di religione, benessere economico sono tutte cose che in Libia sono state possibili grazie a Moammar El Kadhafi. Ma si vogliono tacere. Ieri sera a Porta a Porta l’inviato RAI in Libia, Duilio Giammaria, sempre alla ricerca degli orrori che non riesce a trovare di El Kazzafi (eh, tra i venti e passa nomi c’è pure questo), gli è scappata la testimonianza di un ribelle che tutto infervorato ringraziava l’Italia di aver riconosciuto come unico interlocutore il governo degli insorti. Trascinato dall’entusiasmo, ha affermato sarebbe stato disponibile a risistemare l’ambasciata italiana a Bengasi donando i soldi che Al Qathafi gli avrebbe dato, a titolo di risarcimento, per l’uccisione di un suo parente dopo le sommosse del 2006. Questa proprio non l’avevo ancora mai sentita: un feroce dittatore che ripaga i parenti delle vittime causate da scontri civili. Di più, che risarcisce i parenti dei caduti di quegli oppositori che volevano destituirlo. Cose mai viste.

Rimane il fatto che se si voleva eliminare Qudhafi (cosa che non mi scandalizza, con buona pace di Pierluigi Battista che dà del neo-pacifista a tutti quelli che sollevano dubbi sulla guerra libica) non sembra si sia intrapresa la giusta via e si è combinato un casino senza precedenti. I ribelli devono aver esagerato il loro peso politico, millantando credito, confidando che con l’aiuto militare della NATO avrebbero presto avuto ragione di Qadhdhafi; i francesi, gli inglesi e gli americani hanno creduto al fronte del “faccio tutto io” e pensavano che qualche bombetta avrebbe scatenato l’insurrezione di tutta la Libia, spazzando via Qathafi. Sorpresa! La maggioranza del popolo libico è con il raìs che sta pure vincendo, nonostante tutto.

Il risultato è che gli alleati bombardano un po’ qui e un po’ lì, facendo strage anche degli insorti (‘sti africans so’ tutti eguali), al Qaeda si frega le mani perché a tutto poteva pensare meno che l’Occidente gli avrebbe dato una mano contro al-Kadafi, giornalisti e squadre speciali spariscono tra le sabbie, il nostro rimorchiatore Asso va a spasso per le coste libiche e non ne parla più nessuno (pare brutto) e noi rischiamo d’essere seppelliti da un milione e mezzo di immigrati. Ex lavoratori dell’Africa nera che in Libia avevano trovato la loro America, ma che adesso mica si trovano più tanto bene da quelle parti.

Però per il profumo dei Gelsomini e lo slancio verso la Democrazia si può giustificare tutto, anche una guerra iniziata dai francesi per i loro interessi a danno dei nostri. Ma dar loro pure una mano è da Tafazzi.

Paolo Visnoviz, 8 aprile 2011

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