Sconfitta netta, chiara e sonante. Una bastonata per la maggioranza. Alleluia!, finalmente è arrivata. Forse ora si comprenderà che non va tutto bene nel Paese né nell’azione di governo. Si fosse vinto anche con tutti gli scricchiolii che non da oggi si odono, sarebbe stato di che preoccuparsi della salute mentale degli italiani.
Non si è perso per una pessima campagna elettorale, non si è perso perché la Moratti ha giocato sporco contro Pisapia, non si è perso perché il Terzo Polo ha causato una dispersione di voti maggiore di quella che è riuscita a raccogliere e – ancora – non si è perso perché Berlusconi ha voluto, una volta di più, radicalizzare lo scontro trasformando delle amministrative in un referendum sulla sua persona.
Certo, anche tutto ciò avrà inciso, ma fosse solo questo il problema sarebbe riconducibile ad uno sbaglio di strategia della comunicazione, invece la crisi è più profonda. Si è perso perché la gente è stufa. Si è stancata degli annunci per delle riforme che mai arrivano. Al “partito del fare” ci credono sempre in meno e a ragione, perché i risultati non si sono visti.
La politica energetica e quella estera hanno dato l’impressione di inseguire le tensioni umorali dell’opinione pubblica, piuttosto che tracciare una linea coerente, coraggiosa e ragionata. Non si insegue il popolo, lo si governa.
La politica economica si è arroccata sulla stanca litania dell’ ”abbiamo tenuto i conti in ordine”, ovvero siamo riusciti a sopravvivere pur sommersi dai debiti e non possiamo spendere un cent per infrastrutture, scuole, università, ricerca. Anche qui annunciando riforme e, a parte quella dell’università, nulla facendo.
La Lega Nord è correa quanto il Pdl, ma con delle aggravanti. Ha stufato e stancato con il suo anti-patriottismo, con la sue ridicole allergie alla bandiera italiana e all’inno nazionale. Non riuscirà a crescere se non accetterà di fare il salto di qualità, trasformandosi e divenendo forza nazionale federata e non monoblocco regionale, altrimenti rimarrà nel serraglio delle valli del profondo Nord. Dovrà completamente rivoluzionare la propria immagine e cambiare la comunicazione. Gli slogan borgheziani trasformano in razzismo ed estremismo anche quello che spesso altro non è che buon senso e buon governo, se solo fosse spiegato in altro modo.
Potrebbe pure essere normale una débacle alle amministrative per una forza di governo, anzi, è solitamente la norma. Quello che fa specie è la polverizzazione del voto verso forze che dell’anti-politica hanno fatto la loro politica. Significa che i partiti maggiori non sono più in grado di intercettare i bisogni e le aspirazioni della gente e questo è soprattutto grave per le forze d’opposizione che non riescono a profittare nettamente del logoramento della compagine governativa.
Ora il rischio è che il Governo non riesca ad assorbire il colpo, aumentino le tensioni interne al Pdl e con la Lega, paralizzando ancora di più l’esecutivo che, se non riuscirà a dimostrare di essere concretamente il “partito del fare”, sa già che questo risultato delle elezioni amministrative non sarà altro che una piccola anticipazione di quello delle prossime politiche.
Paolo Visnoviz, 17 maggio 2011
Zona di frontiera (Facebook) – zonadifrontiera.org (Sito Web)