Charlie Hebdo, una strage. 12 morti, forse di più. Per aver fatto della satira. È il caso più eclatante, ma altri ve ne sono stati, vedi l’assassinio del regista Theo van Gogh o le varie fatwe scagliate contro la giornalista Isioma Daniel o lo scrittore Salman Rushdie, solo per citarne alcuni.
Vi diranno che si è trattato dell’opera di alcuni scalmanati, di alcuni estremisti, che in realtà Islam significa dialogo, pace, tolleranza, ecc. Vi diranno che esiste l’Islam moderato. Non è vero. Ovunque nel mondo, ovunque, Islam significa sottomissione della donna, sharia, violenza.
In Europa e soprattutto in Italia, deve essersi diffuso un virus, quello del politicamente corretto, difficilmente distinguibile dalla stupidità cronica più acuta.
Le anime belle, in massima parte di sinistra o grilline, difendono la condizione femminile, ma contemporaneamente accettano il burqa o il niqab in quanto – dicono – libera espressione culturale. Si spellano le mani per applaudire la barba di Concita Wurst, ma fanno spallucce quando è la barba di Maometto a mandare a morte gli omosessuali. Inorridiscono per la pedofilia, ma fingono di ignorare che i ricchi islamici sposino bambine appena dodicenni.
All’epoca della destituzione di Gheddafi, parlando con un giornalista italiano inviato sul posto, ovviamente entusiasta delle varie primavere arabe, affermavo di come la guerra alla Libia avrebbe dato la stura ad ogni integralismo islamico, aprendo le porte alla sharia. Mi rispose, candidamente, che se era la sharia che i libici volevano, era giusto l’instaurassero. Mi caddero le braccia e non riuscii nemmeno a replicare.
Questo è l’errore che fa l’Occidente: permettere che in nome della democrazia, si distrugga la democrazia, permettere che in nome della libertà si cancellino le libertà. È un controsenso talmente evidente che non dovrebbe nemmeno essere spiegato.
Tutto ciò sarebbe quasi accettabile fino a quando regole liberticide, condizioni tribali, diritti negati, sangue e violenza li spargono a casa loro, ma non si può tollerare che queste barbarie le impongano a casa nostra. Democrazia e libertà sì, fino a quando quella democrazia e quella libertà non viene usata per abbattere proprio la nostra democrazia e libertà. È lapalissiano, o almeno dovrebbe esserlo.
La libertà di culto è un diritto inalienabile, ma non può esserlo per quelli che in nome dell’Islam disprezzano, odiano e ammazzano. Perlomeno prima dovrebbero dimostrare, con atti concreti, che la loro religione è in grado di stare al mondo senza voler sottomettere o annientare credi e fedeli altrui, inclusi quelli che credenti non sono e vorrebbero vivere sbattendosene dell’esistenza di un dio qualsiasi.
È ingiusto per tutti quegli islamici tranquilli, moderati e che pensano solo a farsi gli affari loro vivendo in pace? Certamente, ma non c’è altra soluzione. L’Islam, allo stato attuale, è inconciliabile con l’Occidente e va ostracizzato, anche chiudendo le moschee e qualsiasi altro luogo di culto. Sono i seguaci di Maometto, quelli più moderati, i primi a doversi arrabbiare con i loro fratelli esaltati, isolandoli e mettendoli in condizione di non nuocere. Invece, fino ad ora, hanno fatto i pesci in barile, approvando in silenzio o proferendo solo qualche rara e poco convinta condanna di fronte ai tanti omicidi e attentati fin qui occorsi.
È il momento di dire basta. Non si può accettare che alcuno possa imporre cosa si possa dire o scrivere, su chi e in che misura. Figuriamoci venir ammazzati per questo.