GRILLO PER FINTA

Il caso fa notizia, i consiglieri Davide Bono e Fabrizio Briolè, neoeletti per il Movimento Cinque Stelle, si ridurranno lo stipendio loro spettante di 10.000 Euro, accontentandosi di soli 2.500 Euro mensili. Un chiaro segno della volontà moralizzatrice della nuova forza politica che fa riferimento a Beppe Grillo, il comico. Dichiarazione che segue di pochi giorni la precisazione, direttamente dalle pagine del suo blog, che non verranno neppure riscossi i circa 1,7 milioni di Euro loro spettanti a titolo di rimborso elettorale. L’Italia grillo-viola ha di che esserne ben fiera.

Obiettivamente la retribuzione della classe politica raggiunge delle cifre che sono scandalose, ancora più stridenti in un momento di crisi come questo. Alla corresponsione di quei 10.000 Euro bisogna aggiungere i vari rimborsi spese che possono portare l’importo complessivo a sfiorare i 15.000 Euro mensili, fringe benefit esclusi. Cifre fuori controllo che nascono però dall’esigenza di mettere al riparo chi si occupa della cosa pubblica dal rischio di cedere al fascino della corruzione.
Fermo restando valido il principio generale e l’intenzione di deterrenza al malaffare, le cronache quotidiane ci raccontano esiti diversi, a destra come a sinistra con pesanti ombre che toccano tutto l’arco costituzionale, o quasi, non escludendo neppure partiti come l’IDV, antesignani delle battaglie oggi rilanciate proprio dal movimento Cinque Stelle.

Vedremo quanto questi neo esponenti politici sapranno resistere alle sirene della cupidigia e per quanto tempo riusciranno a non farsi inquinare dal sistema, continuando a lavorare per la comunità. C’è da augurarsi, ovviamente, il più a lungo possibile.

Stride però che una simile opera moralizzatrice parta da un personaggio come Grillo che al denaro sembra pensi più d’ogni altra cosa, ma che pretende che chi aderisce al suo movimento non se ne curi affatto.
Automobili di lusso, un potente motoscafo (poi venduto in seguito a delle polemiche), società immobiliari, ville con contorno di condoni edilizi – contro i quali si è sempre scagliato – ma dei quali ha profittato a piene mani.

Sempre con un occhio attento a dove tirasse il vento e nella scia della nascente moda del global warning si deve inquadrare un episodio curioso: i pannelli solari installati nella sua villa. Pannelli che, leggenda metropolitana vuole, gli garantirebbero ampia autonomia energetica e gli darebbero di conseguenza il bollino di “vero ambientalista”. Ebbene l’impianto della sua villa ha un impegno di 20 Kw, pari al consumo di 6 famiglie, mentre i pannelli solari, installati su una superficie di 25 Mq, producono quello che possono produrre: 2 Kw. Ovviamente solo di giorno e quando non piove.
Ciò non gli ha mai impedito di scagliarsi contro gli sprechi energetici del sistema nazionale, affermando che non sia necessario produrre più energia, ma di risparmiala. Direttiva morale che vale per gli altri, mentre a lui è concesso consumare quanto una piccola fabbrica.

Ritornando al discorso politico, fossi un esponente del movimento a cinque stelle e sapendo che Grillo ha fatturato più di 2,1 milioni di Euro nel 2004 e più di 4,2 milioni nel 2006 e che per continuare a farlo – cavalcando la tigre moralizzatrice del momento – mi imponesse di rinunciare a guadagnare, un bel “vaffa” non glielo leverebbe nessuno.

Forse aveva ragione Dino Risi – uno che lo ha conosciuto bene – quando ricordando Grillo affermò: «La cosa che gli è riuscita meglio è la svolta antipolitica, anche perché è più attore oggi di quando cercava di farlo per davvero. Attenzione, però: non c’è niente di vero nel personaggio che interpreta».

Pubblicato su Freedom24

7 aprile 2010

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