Si ha gioco facile a dare addosso alla Lega che non si riconosce nel “Canto degli italiani”, più noto come “Fratelli d’Italia” che dal 1946 è il provvisorio inno nazionale italiano. Pure scandalo ha scatenato il tifo di Radio Padania in favore del Paraguay. Tra i detrattori del partito del Senatur vi troviamo molti di area Pd, che fino a pochi anni fa erano allergici ad inno nazionale e bandiera tricolore. Ci volle un presidente come Ciampi per sdoganare i simboli della Nazione.
Molti additano la Lega come un corpo estraneo alla Repubblica, ma è l’esatto contrario. Questi colpi di teatro, queste provocazioni fanno da sempre parte del linguaggio leghista, ne fanno un popolo. Un popolo elettorale omogeneo, dove al Nord, in alcune regioni, arriva ad ottenere il 35% ed in alcuni comuni sfonda il 50%.
Nessun partito come quello leghista sta facendo il bene per tutta la Nazione e proprio con questi atteggiamenti folklorici e con la minaccia della secessione ha ottenuto si giunga al federalismo. Prima della Lega non ne ha mai parlato nessuno. E proprio il federalismo è la più grande novità politica della penisola, una novità in grado di cambiare profondamente il funzionamento dello Stato.
Questa visione tollerante e pragmatica nei riguardi della Lega nasce però da alcune considerazioni di fondo.
L’assistenzialismo, le varie Casse del Mezzogiorno, i finanziamenti a pioggia sono stati il male del Sud. Hanno favorito e hanno reso fiorenti gli intrecci tra le mafie e la politica, hanno creato un ruolo di sudditanza nei confronti del Nord. E’ vero che esiste la mafia anche al Nord, ma non in modo endemico come al Sud, dove ogni settore della società civile ed economica è in stato di sfacelo.
La sanità eccelle solo nei passivi di bilancio, con affollati treni della speranza che trasportano migliaia di persone agli ospedali settentrionali.
Il turismo è privo di qualsiasi logica organizzativa e strutturale; mancano alberghi, pensioni, centri turistici. Importanti monumenti, basti pensare al barocco siciliano, sono in stato di abbandono, pericolanti e mutilati. Accanto ad opere uniche, moloch di cemento vengono innalzati senza rispetto alcuno; basti pensare allo scempio della Valle dei Templi di Agrigento. Piazza Armerina, almeno fino all’ultima mia visita di qualche tempo fa, era in un pietoso stato di abbandono, senza nemmeno i servizi igenici funzionanti.
Mancano strade e ferrovie. L’abusivismo edilizio raggiunge dei livelli inauditi. Molti si fanno fare la villa al mare commissionandola a ditte specializzate, in grado di arrivare al tetto in pochissimi giorni. Ciò per evitare l’abbattimento del manufatto. Tutto, ovviamente, senza dichiarare alcunché e in spregio ad ogni norma di vincolo paesaggistico.
Gli scontrini non li fa nessuno. Non c’è automobilista che guidi con le cinture di sicurezza allacciate (fa caldo). Non c’è motociclista che giri con il casco (è pericoloso, si potrebbe venir scambiati per rapinatori o potrebbero scompigliarsi le acconciature). E’ normale girare in scooter in tre. Non esiste l’Rc auto. La situazione dei rifiuti è ben nota e le discariche abusive, a cielo aperto, sono diffusissime.
Non mi si venga a dire che quanto racconto non è vero: ho vissuto tutto sulla mia pelle, avendo abitato a Siracusa, più precisamente ad Augusta, per quasi sette anni.
La prima notte che vi arrivai presi un albergo proprio a Siracusa e verso le tre del mattino venni svegliato da due forti scoppi, esplosi a distanza di alcuni minuti. Mi preoccupai, pensando fosse accaduto qualcosa in porto, o forse verso le raffinerie di Priolo.
Al mattino, mentre prendevo la mia prima granita di mandorle con brioche, chiesi delucidazioni al barista, il quale mi rispose (guardandomi con disappunto, perché certe domande non si fanno e mi perdonò solo perché si vedeva fossi “continentale”) che non era nulla di particolare, si trattava del “pizzo”. Agli esercizi non in regola veniva messa una bomba.
Ecco, questo al Nord semplicemente non accade. E di questo la gente del Nord è stufa. Se la bandiera o l’inno significa rimanere legati a questo modus vivendi, allora sia secessione. Ma non prendetevela con la Lega. Piuttosto prendetevela con i vostri vari Bassolino, o i finiani tanto schifati da Bossi, ma altrettanto collusi con questo sistema di potere nel Mezzogiorno.
Il federalismo è l’ultimo treno per un Sud autonomo, dignitoso e civile, che possa confrontarsi con il Nord da pari a pari, non da suddito. E’ l’opportunità di fare piazza pulita di nepotismi, mafie, malgoverni, per far ripartire quelle enormi ricchezze che il Sud dispone: in primis la sua gente, la sua cultura.
Tifare Paraguay, minacciare la secessione, rifiutare l’inno nazionale, sono degli eccessi folkloristici, certamente, ma le belle parole, i toni educati, le moderate indignazioni non hanno mai prodotto nulla.
Sudisti, svegliatevi! Non aspettiamo altro.
Pubblicato su Freedom24
15 giugno 2010