Da più parti già sale il requiem per l’attuale Governo. In realtà non corre maggiori rischi di prima. Panebianco paventa addirittura – come conseguenza – lo sfaldamento del PD, la fine del bipolarismo e l’affollamento del centro. Una specie di balena bianca 2, la vendetta.
Molti salutano il defenestramento di Fini come una vittoria di quest’ultimo, che ora si ritroverebbe nelle mani una specie di golden share sul Governo. Unico vero e grande politico ad essere stato capace di mettere Berlusconi nel sacco. Dei numeri – i famosi 33 dissidenti – non è il caso di parlarne tanto la situazione è fluida, al punto che la costituzione del gruppo al Senato pare sia in forse.
Voci indignate si sono sollevate contro la decisione di aver espulso Fini e gli altri, considerata illiberale, degna del PCUS. Però è prerogativa di ogni partito decidere – democraticamente e a maggioranza (o meno) – quale sia la linea politica da seguire e prendere dei provvedimenti nei confronti di chi sistematicamente (e non costruttivamente) vi si opponga.
Quello che non è stato sottolineato con sufficiente enfasi è piuttosto un altro aspetto: la totale disfatta di Fini. Non un grande statista, ma un politico che ha innegabilmente fallito su tutta la linea. Si è inviso la maggior parte dell’elettorato del PDL, esacerbando gli animi, tanto che la sua estromissione è stata salutata con grande sollievo.
I sondaggi, se si votasse adesso, lo danno a numeri penosi, tra il 2 e il 3%. Se non si volesse prestare attenzione a questo strumento di indagine, si consideri che la pattuglia dei deputati finiani – all’indomani delle elezioni del 2008 – era di circa 80 unità, ora è scesa a (forse) trentatré trentini. Poco più di un terzo. Come questo risultato possa essere visto quale una vittoria, lo ignoro.
Da tempo FareFuturo va affermando di consensi oceanici, di un plauso corale di buona parte del Paese, di frotte di ex berlusconiani delusi e convertiti. Sarà vero, ma al di là delle dichiarazioni consolatorie, in Parlamento contano meno dell’UDC. Anche molti elettori di area PD, IDV e violacei vari hanno fatto e probabilmente continueranno a fare il tifo per Fini, ma quei voti non li vedrà mai. Sono delle semplici pacche sulle spalle, per di più date per mal celato interesse.
È quasi certo, invece, che la base elettorale segua la tendenza dei deputati, forse con una picchiata ancora maggiore visto l’assenza del condizionamento determinato dall’incarico.
Dati i valori numerici in campo e per l’assenza di vere proposte politiche, di queste vicende se ne è parlato fin troppo. Saremo però obbligati a continuare a farlo anche in futuro, a causa della notevole visibilità della terza carica dello Stato. Dovere di cronaca, per così dire. Altrimenti sarebbe il nulla.
Pubblicato su Freedom24
1 agosto 2010