INTELLETTUALI, POLITICA E STRUMENTI

In questo bell’articolo, Andrea Romano denuncia l’estinzione del ruolo del politico intellettuale, mediatore di verità e conoscenza per le masse.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche una proposta se questo ruolo debba essere resuscitato o meno e come; ma forse a questo non c’è ancora risposta ed è più semplice e sicuro denunciare il male che proporre soluzioni. «Si è conclusa da tempo una stagione dell’impegno civile degli intellettuali, per la trasformazione in senso democratico del mondo al quale dovrebbero contribuire, resta da capire la loro capacità e disponibilità a partecipare al nuovo gioco». Vero. Il pubblico, la massa, l’elettorato è più colto, ma anche attento di più alla realtà dei fatti che alle belle parole. L’ideologie sono morte e si sono polverizzate nel pragmatismo, sparite, non se ne vedono più né di vecchie né di nuove, se non in forma marginale. Il popolo, questa parola che riempie la bocca, usata ed abusata, contrapposta al concetto indistinto di moltitudine, indicata spesso per qualificare una forza elettorale omogenea; ebbene, questo popolo non sa più che farsene della filosofia politica, degli ideali, quando la sanità non funziona, le tasse strangolano, la giustizia latita. Non sarà un caso se la comunicazione politica più efficace sia rappresentata da Berlusconi e Bossi, piuttosto che da Bertinotti o da Fini. Ripenso ai tanti articoli letti sul Secolo o su FareFuturo, sforzi immani per accreditarsi un ruolo intellettuale, consapevole e autorevole. Sforzi buffi e risibili perché la rilettura di Junger e tanta dimostrazione di cultura, hanno prodotto la condanna alla Lega, la proposta dell’ora d’Islam nelle scuole, il voto agli immigrati o il sostegno alla candidatura della Polverini. Puro esercizio filosofico di scollamento dalla realtà, con l’aggravante d’essere fuori tempo massimo.

«Se la nostra epoca dovesse meritare un nome, dovrebbe chiamarsi epoca della prostituzione.» Non penso che Heinrich Böll, nel suo “Opinioni di un Clown” pensasse alla politica italiana; certo che, aprendo a caso quel vecchio e polveroso libro e, leggendo quella frase, la prima cosa cui ho pensato è stata la politica dell’UDC.
Politica dei due forni, a macchia di leopardo, apparentamenti, alleanze variabili; tutti termini che vogliono gentilmente edulcorare la realtà dei fatti: opportunismo politico, nell’ottica del conseguimento del potere. La semplificazione bipolare però rende meno occultabili queste manovre e l’indignazione di molti è mitigata solo dalla rassegnazione, a cui tante analoghe porcherie la politica italiana ci ha abituati. La causa principe è del bipolarismo che, a differenza del bipartitismo, consente a formazioni marginali di effettuare queste strategie pendolaristiche, oscillanti nell’attrattiva delle convenienze.
Cicchitto, pur condannando la politica dei due forni, spiega di non trovare nulla di male nell’alleanza con l’UDC, dove possibile, per raggiungere una vittoria. Ammesso e non concesso che il risultato si consegua, bisogna interrogarsi a quali garanzie di governabilità conducano queste alleanze: troppo facile ipotizzare paralisi o addirittura ribaltoni sucessivi. Lombardo docet.
Ciò rappresenta il ritorno alla vecchia politica, quella che ha bisogno dei filosofi per giustificare le evidenti antinomie e di questo, la gente, il “popolo”, non ha più bisogno.

In Puglia, Nichi Vendola ha stravinto le primarie. A nulla sono valsi gli sforzi di D’Alema e di Bersani, la ragion politica dirigista si è infranta, affondata da quello che il popolo della sinistra ha scelto.
Molti osservatori del centro-destra hanno deriso la situazione del PD in Puglia, sottovalutando le primarie, bollandole, nel migliore dei casi, come farsesche. E’ una lettura miope e se c’è una cosa che invidio a quella compagine politica sono proprio quelle, seppur sgangherate, primarie.
La politica è cambiata, la base partecipativa consapevole si è allargata, sono necessari nuovi strumenti: nella società, nei partiti, nel Web. Qualcuno, per coraggio o necessità ha già cominciato.

Pubblicato su Freedom24
27 Gennaio 2010

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