Di tutte le malattie di cui è afflitto il Paese, una è la più grave di tutte: la chiacchiera. Una chiacchiera politica insulsa, inutile, che si avviluppa su se stessa. Le analisi sulla crisi sono tutte più o meno arzigogolate e fumose, dalle quali non possono che discendere proposte irrealistiche, se non nella loro applicazione, di certo nei loro effetti.
Euro, Europa, la Merkel, il fiscal compact, il debito pubblico, gli evasori, oh sì, gli evasori che fanno rima con artigiani, commercianti ed imprenditori. Fa rima solo con imprenditori, ma fa nulla: alla gogna pure i primi. E siccome parevano pochi, si sono scatenati Equitalia, gli showblitz della finanza e una campagna mediatica senza precedenti per farli aumentare di numero: ci sono riusciti; a meno di credere che tutti gli artigiani, imprenditori e commercianti abbiano di colpo smesso pure di mangiare nell’esatto istante in cui hanno cessato la partita Iva.
Le auto blu, le banche in rosso, la finanza nera, quella grigia, la casta d’oro. La Boldrini caduta dal pero e il pavido Napolitano, che immobile attende passi il tempo per lasciare ad altri il coraggio di prendere decisioni che lui non ha avuto. I saggi, con il loro mirabile trattato sui luoghi comuni, le quirinarie e la manifestazione contro la povertà.
Praticamente un lungo, parzialissimo elenco di inutili cose, ideari, proposte e reazioni tutte scollate dalla realtà. Ah!, una pala e un piccone hanno mille volte più buon senso di queste fiabe e dovreste imparare ad usarli, voi politici da talk show, per rendervi conto di quanto sia dura la pietra e la realtà: entrambe refrattarie alle fandonie.
Per uscire da questa spirale di demenza, vero motore della crisi, non c’è che un modo: il prodotto. Il prodotto che nasce dal lavoro e lo genera. Lo stato non deve fare nulla, deve solo fare meno. Lasciare in pace le aziende, tassare al 30%, defiscalizzare il lavoro dipendente, licenziare il 50% dei dipendenti statali, i quali verrebbero riassorbiti dalle imprese private. Al pubblico, nell’economia, il solo compito di creare infrastrutture e difendere le nostre aziende in Europa e nel mondo.
Tutto il resto sono balle.
Paolo Visnoviz, 13 aprile 2013
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