Il partito del fare che in Lazio si arena forse per un panino, per un brontolio dello stomaco di chi avrebbe dovuto rimanere in fila ad attendere il suo turno per consegnare la lista. In Lombardia il problema sembra siano stati la mancanza dei timbri sui moduli, data ed indicazioni di località assenti o errati. Irregolarità banali, frutto di superficialità, supponenza, arroganza.
Inizialmente si è pensato ad una fronda interna, per affondare la Polverini. Grave comunque, ma almeno avrebbe denotato la volontarietà, quindi una strategia, seppur folle, pur sempre un pensiero. Se i neuroni si muovono, anche in direzioni opposte al sensato, è sempre meglio dell’assenza di pensiero, dell’inerzia, del vuoto pneumatico.
Troppi generali e pochi soldati. Organizzazione politica pari a zero. Non parlo di disciplina, figurarsi, qui manca addirittura la buona volontà, la voglia di fare.
Tutti convinti che basti adorare il faccione di Silvio per sbaragliare gli avversari e conquistarsi un bel posto al sole. Che in Silvio signo vinces è vero, lo dimostra la storia politica degli ultimi quindici anni, lo dimostrano i sondaggi di Repubblica di ieri che danno il centro-destra in crescita rispetto alle europee. Ma prendere queste cantonate è disastroso, poco dignitoso, da far ridere i polli.
La Bonino sembra una belva inferocita, più passa il tempo e più sembra aggressiva ed intollerante, infatti, sembra che lo zampino dei Radicali non sia estraneo a queste vicende. Ironia della sorte, proprio questa formazione che, per presentare le liste ha sempre lottato, diventa improvvisamente un baluardo del rispetto della burocrazia. Poco democratico? Anche no.
Se ci sono delle regole si rispettino. Riuscire per il PDL, in Lazio e in Lombardia, presentare 3.500 firme, nel dovuto modo e nei tempi richiesti, non mi sembra una impresa impossibile. Si dovrebbe poter fare senza affanno, con bella grafia e anche con qualche bel capo-lettera decorato da qualche amanuense.
Adesso non resta che attendere l’esito degli inevitabili ricorsi.
Penso ad un episodio della campagna elettorale delle ultime politiche, quando passeggiando per il mio piccolo centro ho incontrato un mio amico che, uno o due giorni prima delle elezioni, attaccava i manifesti elettorali. Era stanco, ma lui ed un suo amico, con l’automobile privata trasformata in propaganda ambulante, avevano ancora parecchi manifesti d’attaccare. Da sempre della Lega Nord, quando mi vide mi salutò cordialmente e mi disse di essere fiducioso, non mi chiese neanche il voto. Pochi giorni dopo, Massimiliano Fedriga, divenne Onorevole Deputato del Parlamento italiano. Spero nessuno si stupirà se la Lega sorpasserà il PDL in più di qualche Regione.
Pubblicato su Freedom24
2 marzo 2010
Nota: Ad un amico questo articolo è piaciuto e lo ha inviato alla redazione de “Il Piccolo” (quotidiano di Trieste). Il pezzo è stato pubblicato nella rubrica segnalazioni, ovviamente privo dell’ultimo paragrafo. Fulgido esempio di correttezza. Bravi!